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Deejay parla con i morti

Kaze no denwa. Deejay nel vento.

Se ve lo siete persi (probabilmente dormivate), nella serata tra il 23 e il 24 è andata in onda su Radio Deejay una trasmissione molto particolare: Deejay Nel vento.

Da mezzanotte alle 4 di mattina sono infatti andati in onda messaggi registrati dagli ascoltatori ai loro cari che non ci sono più.

Il progetto della popolare emittente radiofonica milanese nasce da un avvenimento reale: su una ventosa collina del Giappone (la Kujira-yama) c’è una cabina telefonica bianca chiamata Kaze no denwa (il telefono del vento). L’apparecchio all’interno è totalmente scollegato, ma ogni giorno le persone vanno per chiamare i propri cari scomparsi e affidare al vento le proprie comunicazioni.

Kaze no denwa

L’installazione fu creata da un 70enne, Itaru Sasaki, per commemorare la morte del cugino durante lo tsunami del 2011. Da allora la voce si è sparsa e più di 10.000 visitatori hanno lasciato un messaggio al vento.

Un altro esempio di quella cultura assolutamente straordinaria e non convenzionale che è il Giappone, sempre in bilico a muoversi tra kamikaze che piovono dall’alto e gesti di una poesia assoluta.

Ma torniamo alla trasmissione di Deejay. Ovviamente la sigla parte con Knockin’ on Heaven’s Door di Bob Dylan, per poi proseguire con ben 4 ore di brevi messaggi trasferiti al vento delle radiofrequenze.

Quella di Deejay è un’operazione molto particolare. Se da un lato non è difficile comprendere le diverse motivazioni che possono spingere chi è vittima di un dolore profondo; dall’altro lato facciamo fatica a metterci nei panni di un ipotetico ascoltatore. Chi mai si ascolterebbe 4 ore di messaggi funebri?

Al di là (no, non abbiamo fatto apposta a scriverlo) delle facili battute, non crediamo questa operazione nasca per aumentare l’audience (i defunti non sono conteggiati dai sistemi di rilevamento) e nemmeno per riempire un vuoto (eddai) di programmazione.

La radio ha però sempre bisogno di idee nuove e apprezziamo l’anticonformismo. Fosse valso anche solo a far conoscere la cabina bianca e la sua storia, ci sembra un buon obiettivo da raggiungere.

Ecco il link alla trasmissione di Radio Deejay: Deejay nel vento.

Qui il link al bel libro di Laura Imai Messina “Quel che affidiamo al vento” , che parte proprio dai luoghi della cabina bianca e viene definito da LaPina (la popolare dj di Deejay): “il più bel libro degli ultimi anni“.

E, per ultimo, il trailer del film The Phone of the Wind di Nobuhiro Suwa, appena uscito.

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