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Il potere politico condiziona la Procura aquilana ? Lettera aperta di Giuseppe Vespa a Mattarella

Riportiamo per intero, il servizio pubblicato su www.leditoriale.com, nel quale trova spazio la lettera aperta che il giornalista Giuseppe Mattarella ha inviato al Presidente della Repubblica Mattarella ed al Consiglio Superiore della Magistratura.

 

Quanto emerge dalla lettera di Vespa, è davvero preoccupante, e se le accuse da lui mosse alla magistratura aquilana risultassero avere fondamento, ci sarebbe veramente da essere preoccupati.

 

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Articolo tratto da: www.leditoriale.com, consultabile tramite il seguente link: http://www.leditoriale.com/index.php?page=articoli&articolo=29324

ESPOSTO AL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA

9 ottobre 2015

Il Presidente della Repubblica, on. Sergio Mattarella

E’ sempre più evidente, che la magistratura aquilana usi pesi e misure differenti nella gestione delle inchieste giudiziarie, su cui ritengo utile e necessario fare chiarezza, perché L’Aquila possa rinascere davvero nella trasparenza, nella legalità e nella certezza del diritto. Per tali ragioni, ho inviato un esposto dettagliato al Presidente del Consiglio superiore della Magistratura, on.le Sergio Mattarella, perché elimini ogni ombra con un’ispezione che accerti qualsiasi responsabilità. Di seguito, la lettera inviata.

 

 

al Ministro della Giustizia, al Primo Presidente della Corte di Cassazione, ai rispettivi Uffici Ispettivi, al Comandante in capo della GdF, dei Carabinieri e della Polizia di Stato.        Agli Organi di Stampa.

 

Ill.mo Presidente della Repubblica

 

con la presente lettera aperta mi rivolgo “direttamente” a Lei, come garante della Costituzione e massima autorità del Consiglio Superiore della Magistratura affinché rompa nella Procura dell’Aquila, quel muro di omertà che copre l’operato del sindaco Massimo Cialente e di altri personaggi “intoccabili” che agiscono in questa città, con l’invio di un’ispezione.
C’è più di un sospetto che i Procuratori capo presso il Tribunale dell’Aquila, vadano spesso in soccorso della politica e della classe affaristica foraggiata dal post terremoto, “addormentando ed avocando”, sembra ormai una consuetudine, inchieste aperte sul sindaco Cialente, su dirigenti e funzionari pubblici, imprenditori e grandi papaveri delle locali istituzioni, su tutti, l’ex rettore dell’Università dell’Aquila Ferdinando Di Orio che rischiano peraltro, a breve, la prescrizione. Come l’inchiesta sullo stesso circa l’enorme evasione fiscale e riciclaggio, i cui provvedimenti si attendono da molto tempo.
Le ultime inchieste, solo in ordine di tempo, portate avanti dalla GdF, Carabinieri e Polizia di Stato, ove ve ne fosse ancora bisogno, dimostrano un silenzio sospetto. Come quella che riguarda la forzatura sulla “transazione” da 6milioni di euro per il pagamento dei lavori, importo che comunque dovrà quantificare la dirigenza e non la politica, per la realizzazione della metropolitana di superficie, mai ultimata, alla concessionaria Cgrt. 

 

E di contro, l’esecuzione del restauro e ristrutturazione della casa del sindaco Cialente, per le quali è stata condotta un’approfondita indagine dalla GdF, sotto le direttive del colonnello Roberto Prosperi, misteriosamente trasferito in altra destinazione e mansioni e culminata con la richiesta degli arresti domiciliari per Cialente, con il coinvolgimento di due notissimi imprenditori edili.


Misura cautelare immediatamente “stoppata” dall’alto, e tramutata in un “semplice” avviso di garanzia. Successivamente, e siamo ai nostri giorni…è sparito anche quello.
Ma non finisce qui. Nella vicenda della scelta di un sito, per la rimozione e il trasporto delle macerie procurate dal terremoto del 2009, la Magistratura aquilana, pur se a conoscenza di fatti ed illegalità nella “procedura” d’assegnazione dell’appalto (si fa per dire), a trattativa privata, senza gara e senza comparazione dei prezzi, ad una ditta che non aveva assolutamente i requisiti, non ha mosso un dito, ed ha insabbiato l’inchiesta che per la gravità dei fatti e dei reati, avrebbe portato all’emissione di provvedimenti per misure cautelari.

 

Un’inchiesta giornalistica portata avanti dal sottoscritto, alla quale è seguita una circostanziata denuncia inviata dall’Associazione “Immota Manet”, con un dossier depositato ed archiviato silenziosamente dalla Procura.

Un affaire di circa 100milioni di euro che puzzava di imbroglio lontano un miglio, solo la Procura aquilana non ne ha inteso i contorni.
A bloccare ogni indagine, giudiziaria e giornalistica, su fatti e misfatti nella città, in particolar modo sull’Amministrazione Cialente e su l’ex rettore dell’Università dell’Aquila Di Orio, e a stoppare ogni inchiesta ed ogni nostra denuncia, c’è sempre la “casta giudiziaria” di questa Procura che corre in soccorso.
Presumibilmente con l’appoggio di uffici romani che sembrano coprire a loro volta alcuni giudici aquilani.
Le scrivo “direttamente”, Ill.mo sig. Presidente, anche perché non ho la massima fiducia, lo dico senza falsa ipocrisia, nel suo vice al Csm, on.le Legnini, troppo legato politicamente e perché del luogo.
La mala amministrazione, il malaffare politico e la politica clientelare, spesso al fine del “voto di scambio” sono diventati ormai prassi nell’Amministrazione Cialente, ma anche nell’Università dell’epoca Di Orio: assunzioni clientelari, concorsi truccati, assegnazione di lavori senza gara, promozioni di mansioni e funzioni, al fine di avere “dirigenti disponibili”, per poi portarli alla “firma” di qualsivoglia atto… senza obiettare più di tanto.

 

E’ di questi giorni l’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il segretario generale dell’ente comunale, Carlo Pirozzolo, per corruzione, e la dirigente incaricata Patrizia Del Principe, ma anche su questo fascicolo sta calando pericolosamente l’attenzione.
Ma c’è ancora di più: l’illegittima realizzazione della cosiddetta “mensa dei poveri” all’Aquila, e l’illegale affidamento del Campo Sportivo di Piazza d’Armi, non a norma; la gravissima vicenda di aver tolto il tricolore dal Comune e dagli edifici scolastici, la gravissima vicenda dell’apparentamento e del voto di scambio nelle ultime elezioni amministrative, sulla quale è stata aperta un’inchiesta successivamente archiviata, lo scandalo dei Mar, Moduli abitativi removibili.

 

È certamente un intoccabile Cialente, un intoccabile nella vicenda del mancato versamento degli oneri previdenziali ai dipendenti dell’Accademia dell’Immagine, che ha presieduto per anni, pur con il riscontro delle indagini da parte della GdF, su mandato della Procura della Corte dei Conti; intoccabile Cialente per l’appropriazione indebita e gestione scriteriata dei fondi dell’Accademia stessa e con un falso in bilancio accertato.

 

Intoccabile Cialente per la denuncia inoltrata alla Procura dalla GdF, per la mancata riscossione dei fitti del Piano Case e per aver tenuto alloggi vuoti, nel mentre si pagava il fitto per i terremotati, per la quale è stato condannato per danno erariale, ma nonostante ciò continua a perseguire indisturbato, nella mala gestione dei 19 quartieri, pagati per lo più con fondi comunitari.
Intoccabile Cialente per la scandalosa vicenda dell’Aeroporto dei Parchi. Intoccabile Cialente per la vicenda dei 20milioni di euro per l’acquisto di appartamenti da cedere ai terremotati.


E poi…il Campo sportivo Acquasanta, centinaia di appalti banditi e dopo 30 anni ed i fondi del sisma, resta ancora incompleto.

Quindi lo scandalo della moglie del sindaco Cialente, per cui grazie ad una convenzione Univaq/Asl, è stata “destinata” a mansioni superiori, con relativo aumento di compenso, pur non avendone titolo, anche su tale questione, non è stato mosso alcun rilievo ad alcuno, nonostante le denunce.
Numerosissime altre illegittimità nel caso, potrò mostrarle ad un Vostro ispettore, non ultima quella legata allo scandalo degli alloggi provvisori post sisma, ubicati presso la Scuola Ispettori della GdF, gestiti dalla Società Vincentive, sulla quale insistono continui tentativi di insabbiatura giudiziaria, per evitare di far luce sui fatti.
Una città, L’Aquila, governata da un comitato d’affari che tutto fa e tutto organizza, piuttosto che da un’amministrazione trasparente e con la schiena dritta, in particolar modo oggi che con i fondi del terremoto si gestiscono appalti milionari, con tutto quello che ne consegue. Comprese le mazzette.


Ho fiducia in Lei e nella Sua onestà intellettuale, Le chiedo pertanto chiarezza e trasparenza nei procedimenti giudiziari in atto che, solo con un’ispezione superiore potranno venire alla luce.


Non deluda i cittadini onesti.

Voglia gradire deferenti ossequi e saluti.


Peppe Vespa (giornalista pubblicista)

 

 

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