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Il Sovrano Gran Commendatore Fernando Rucci: “Le trame della Massoneria ? Sono soltanto bufale”

 

Il Sovrano Gran Commendatore Fernando Rucci, intervistato dal quotidiano abruzzese “Il Centro”, apre il suo animo ai lettori e dice: «Io sono in massoneria da 37 anni. Noi Massoni siamo importanti nella società, ma non abbiamo favori»

«Quando si parla di massoneria, si pensa sempre all’occulto, alle trame, agli intrallazzi vari, ai segreti irrivelabili e invece non è così». Fernando Rucci, avvocato pescarese, è un Massone dal 1978. Lui, sovrano Gran Commendatore dell’Unione delle Logge del Mediteranneo, dice che i complotti sono bufale, al massimo leggende. «Stiamo lavorando affinché la massoneria sia collegata e presente nella società contemporanea», dice.

 

Rucci, cos’è la massoneria?

 

«Un cammino verso la conoscenza che si raggiunge con la modificazione di se stessi. Niente di segreto, ma la conquista spirituale non si può rivelare altrimenti sarebbe sminuita. Il contenuto dei riti, invece, è ben noto e raccontato su migliaia di libri: il segreto massonico sta nell’individualità e in come entra nell’animo della persona».

 

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Ma, in concreto, che cosa fa la massoneria?

 

«Ci sono massonerie e massonerie. La nostra è nata tre anni fa, su mia iniziativa, e si propone di lottare per il bene della patria e dell’umanità perseguendo i principi di libertà, uguaglianza e fratellanza tra gli uomini».

 

 

E come fate?

 

«Alla luce del sole, ponendoci come interlocutori delle istituzioni, se lo vogliono e quando lo vogliono, portando le nostre idee. Per esempio, la loggia di Gioia Tauro porterà la cultura in Sierra Leone e i nostri fratelli andranno a lavorare in Africa facendo i muratori per costruire scuole. È un modo di essere presenti nella società per la società».

 

La massoneria di oggi è diversa da quella di qualche decennio fa?

 

«Sui riti non c’è differenza. Però, viaggiando verso il futuro ci sono stati cambiamenti: ora siamo aperti anche alle donne. Anzi, ci sono logge solo femminili».

 

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E lei come ha cominciato?

 

«Io sono entrato in massoneria nel 1978. Ho iniziato con una piccola obbedienza che si chiamava Gran Loggia d’Italia, di un certo Sollazzo. Poi, sono passato in altre obbedienze ma quando mi sono accorto che, in certe realtà massoniche, si guardava più all’interesse personale che a quello della collettività, allora, mi sono messo in disparte. Fino a quando, insieme ad altri fratelli, ho accarezzato l’idea di creare un qualcosa di nuovo, ma che fosse pulito: la nostra esperienza è nata con una base di 6 logge e, adesso, a distanza di tre anni, conta dell’appoggio di 54 logge, libere e indipendenti. È un po’ come un treno: le logge sono i vagoni ma, se un vagone deraglia, si taglia e il treno va avanti lo stesso».

 

 

Ma la massoneria incide sulle sorti di un Paese?

 

«La massoneria ha sempre inciso ed è sempre stata l’artefice delle grandi svolte politiche: rivoluzione francese, turca, americana, risorgimento italiano. La massoneria, però, non va d’accordo con la politica spicciola».

 

Scusi, ma far parte della massoneria, alla fine, apre qualche porta?

 

«È una storia che sento ripetere sempre, ma quando si diventa massoni nessuno ti

regala una fetta di potere da gestire. Il potere uno se lo conquista cambiando la propria coscienza».

 

 

Ma tutti possono diventare massoni?

 

«Basta farsi presentare da un fratello. Poi, si fanno gli accertamenti sulla fedina penale ed è tutto qui».

 

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Articolo di Pietro Lambertini, pubblicato su www.ilcentro.it, consultabile in originale tramite il seguente Link: http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2015/11/22/news/trecento-massoni-a-montesilvano-le-trame-solo-bufale-1.12494877?ref=search

 

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