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Chi vincerà la guerra dello streaming?

Ovvero, quanti abbonamenti siamo disposti a sottoscrivere?

La televisione sta in questi anni subendo profondi cambiamenti. L’utenza più giovane, la più interessante in termini di evoluzione, guarda i programmi tradizionali sempre di meno.

Quella stessa utenza preferisce passare il proprio tempo sulle piattaforme di streaming e, così facendo, non mette in crisi solo la televisione tradizionale, ma anche gli investimenti pubblicitari che si spostano a loro volta su canali sempre più innovativi.

È il classico gatto che si morde la coda rendendo sempre più complessa la sopravvivenza della tv classica.

Netflix, Sky Q, Amazon Prime Video, Apple Tv+, Hulu… solo per citare i maggiori fornitori e senza contare i colossi più “web” come YouTube, Vimeo e DailyMotion, sono i maggiori contendenti al trono. Da notare che YouTube, da sola, ha quasi tre volte gli utenti del secondo in classifica (Netflix) e, nonostante il suo servizio a pagamento faccia fatica a decollare, veicola molto dello streaming che si muove in rete.

Le prime vittime a cadere sono stati i servizi di noleggio (qualcuno ricorda Blockbuster?), ora tocca alle sale cinematografiche e, tra poco, alla tv tradizionale.

Streaming servizi

Il tutto è una lotta senza esclusioni di colpi tra innovative piattaforme miliardarie, che presenta però un solo tallone d’Achille: gli utenti.

I famigerati utenti quanti abbonamenti diversi saranno disposti a sottoscrivere? Da quando la proprietà (o i servizi) sono passati al modello della fee mensile, tutto si è trasformato in bonifici ogni 30 giorni. Non solo le trasmissioni seguono infatti questo percorso: pensate alla musica, ai software, alle connessioni, ai trasporti, ai telefoni, alle auto… È un elenco infinito di “piccoli” mattoni pronti a costruire grattacieli.

La differenza fondamentale tra i il vecchio e nuovo sistema risiede proprio nella proprietà di cui parlavamo poche righe sopra. Fino a pochi anni fa, se acquistavo un cd o un brano in mp3, un dvd video, un programma di fotoritocco, detenevo i diritti di utilizzo a vita. Oggi invece, se interrompo un abbonamento, vengo tagliato fuori.

Non è un cambio da poco. Un tempo si poteva procedere per inerzia, oggi invece si spegne tutto da un giorno all’altro. Ho un problema finanziario, devo trasferire risorse per un’emergenza, mi trovo in difficoltà momentanea…? Zac! si spegne tutto.

Streaming su tablet

Quindi gli utenti cosa faranno? Non sembrano preoccuparsene troppo per ora, anche se è ovvio che, prima o poi, arriveranno alla saturazione. Le somme di 10 euro al mese sembrano un grande affare quando isolate dal contesto, ma si accumulano sugli estratti conto come i kg durante il Natale.

Un telespettatore che volesse avere un’offerta completa di trasmissioni, film, serie tv, sport… si troverebbe a pagare all’anno 90 euro di Rai, 144 per Netflix, 36 per Amazon, circa 300 euro per Sky (solo per i primi 12 mesi, poi 530, e non per l’abbonamento completo), 180 euro per NowTv, 60 per AppleTv+; e lo sport? mettiamoci almeno 120 euro di Dazn, evitando di accendere ulteriori abbonamenti con Sky.
Facendo una rapida somma sono circa 1.000 euro. E anche spendendoli tutti non sperate di aver accesso a ogni contenuto. Sareste comunque tagliati fuori da molti avvenimenti sportivi e da tutta una serie di produzioni che non passano attraverso i servizi principali.

Live Streaming

Molti di questi abbonamenti hanno inoltre in preventivo di aumentare gli importi mensili, quindi prendete quelle cifre per difetto.
Sembra strano, ma stiamo parlando unicamente di TV, non abbiamo nemmeno citato i biglietti del cinema, i Blu-Ray, i film o i concerti in video acquistati tramite download.

Non poco, eh?

Torniamo però ora alla nostra guerra. Resisteranno sul mercato così tanti player? La risposta è abbastanza facile: no. Semplicemente gli utenti non possono permetterselo. Il futuro vedrà quindi sparire alcuni servizi e, molto probabilmente, altri uniranno le forze per garantire un’offerta il più possibile vasta e concorrenziale (in realtà questa ipotesi è già in atto).

C’è oggi molta più offerta rispetto agli utenti disposti ad assorbirla. Se anche ci rimbambissimo tutti di binge watching per 24 ore al giorno, non riusciremmo che a vedere una piccola parte delle sole serie tv prodotte.

Come dicevamo prima: che la guerra abbia inizio. Ne vedremo delle belle. Ricordatevi solo che ne facciamo parte e il destino della battaglia si compirà sulle scelte che decideremo di prendere in futuro.

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