Salute e Benessere

Alimentazione, salute e benessere: le medicine integrate

Medicina di bioregolazione dei sistemi

La visione allopatica presenta un limite terapeutico, cercando di curare i sintomi e non le cause, non valutando la complessità del “sistema uomo”, che deve essere al contrario considerato un sistema interconnesso e in continuo movimento.

Nonostante i progressi dell’Assistenza Sanitaria, nella pratica clinica permangono tuttora alcune problematiche il cui superamento richiederebbe un cambiamento di paradigma nei trattamenti attualmente in uso.

Il modello di Medicina Lineare Riduzionista ha senza dubbio contribuito al prolungamento dell’aspettativa di vita dei pazienti, ma presenta dei grossi limiti nel trattamento di patologie complesse, come il Diabete di tipo II, le malattie cardiovascolari, la dermatite atopica e il cancro.

Gli approcci medici fondati sulle linee guida continuano a rappresentare la norma nella pratica clinica, nonostante solo meno del 15% di esse si basi su ricerche di alta qualità, e sebbene questo tipo di approccio statistico possa essere proficuo nella popolazione generale, esso diviene fallimentare se rapportato alle caratteristiche genetiche, epigenetiche e ambientali del singolo soggetto.

Il risultato è una spesa sanitaria eccessiva a fronte di risultati scarsi.

Secondo le stime, il costo annuo dei trattamenti inefficaci negli USA sarebbe pari a 350 miliardi di dollari, mentre lo sviluppo di nuovi farmaci lineari costa 1 miliardo di dollari per ciascuna formulazione, con un ulteriore impatto su costo dell’Assistenza Sanitaria.

In una ricerca sui 10 farmaci più venduti negli USA è stato riscontrato che, per ciascuna persona che trae beneficio da uno di questi trattamenti, un numero compreso tra 4 e 25 non ne ha alcuno.

Appare dunque chiaro l’esigenza di ulteriori strumenti per fronteggiare queste sfide, per questo sempre più frequentemente, la Medicina dei Sistemi viene proposta come utile strumento, in particolare in termini di una diversa visione della malattia, e approccio alla stessa.

La Medicina di Bioregolazione dei Sistemi ambisce a colmare questo divario, attraverso l’uso di medicinali low dose, con precise, mirate e sinergiche capacità bio-regolatorie, si tratta di medicinali composti da diversi nuclei terapeutici (multi-component) con effetto su altrettanti diversi target, (multitarget) e un profilo di sicurezza favorevole.

Medicine

In base ad una corretta valutazione della storia clinica del paziente, al riconoscimento delle sue caratteristiche specifiche ed allo stadio di progressione della patologia, la Medicina di Bioregolazione indirizza le scelte di strategia terapeutica, consentendo un più completo e sistematico approccio al paziente.

In definitiva stiamo parlando di un approccio medico che ritorna a basarsi su un contatto profondo medico-paziente che nasce da una raccolta approfondita delle problematiche del paziente, della sua storia clinica, dalla nascita, e forse anche prima, al momento attuale.

Oggi molti medici affidano la diagnosi ai soli esami strumentali, affidandosi aduna diagnosi magari raffinata, ma il più delle volte incompleta, e spesso anche inutile.

Sempre più frequentemente le visite sono ridotte ad un colloquio sintetico, magari telefonico, dal quale viene emessa una sentenza immediata e brutale.

Oggi poi la professione viaggia molto anche a livello di Internet, visite effettuate su test domanda-risposta, con conseguente emissione di terapia.

In termini di auto-organizzazione, la Medicina dei Sistemi assimila la complessità del corpo umano ad una serie di networks interconnessi, composti da genoma, molecole, cellule, organi, andando oltre, fino all’ambiente che circonda l’organismo e ai networks creati dagli individui nelle società. La malattia è considerata una disregolazione operata da diverse perturbazioni o disturbi che agiscono sui networks, mettendone a rischio la stabilità e la funzionalità.

I networks possiedono moduli funzionali che li proteggono dalle perturbazioni a lungo termine. Ciò significa che in caso di malfunzionamento di un modulo, l’intero complesso dei networks non collassa automaticamente. Nonostante ciò, se le perturbazioni persistono, i malfunzionamenti colpiranno via via sempre più networks, essendo essi interconnessi.

In più, molte patologie croniche che presentano un intenso rimodellamento tissutale, possono chiedere interventi lineari con farmaci convenzionali in OVERLAPPING, con trattamenti di bioregolazione, a causa dei danni irreversibili, espressione fenotipica grave dei networks disregolati.

In definitiva, un approccio integrato dipende dalla capacità di regolazione del paziente, ad esempio, in caso di un trauma acuto grave, o di una terapia sostitutiva dopo tireidectomia o in caso di una crisi asmatica acuta, ovviamente l’approccio terapeutico non potrà che essere tradizionale, viceversa un trauma muscolo-scheletrico potrà essere trattato magari inizialmente con un farmaco tradizionale, ma poi successivamente, o in contemporanea, con un rimedio bioregolatorio.

In realtà da un punto di vista differente, ossia globale, la malattia, spesso presente come “infiammazione”, non è altro che un tentativo di guarigione del nostro corpo, che invia segnali di un cambiamento e adattamento, ma che deve essere letto come volontà di autoriparazione.

Nella Medicina Biologica di Regolazione, potremmo quindi riconoscere networks perturbati che sono in genere condivisi da diverse malattie croniche, quindi un network infiammatorio, un network immunologico, un network metabolico, un network energetico cellulare, e un network neuroendocrino.

network

Ad esempio, nel caso di Sindrome metabolica anziché utilizzare statine, ipoglicemizzanti orali, terapia antipertensiva, potremo fare uso di rimedi che inducono un drenaggio linfatico della matrice e d’organo (fegato), catalizzatori del ciclo di Krebs, una regolazione della glicemia con rimedi naturali, oltre ovviamente una modificazione dello stile di vita, combinata a Nutraceutica e alla conduzione della Simbiosi.

Tutto questo in un paziente già in trattamento potrà essere inizialmente sovrapposto (overlapping) per poi diventare il solo trattamento in un secondo tempo, o in un paziente “vergine” sarà da subito il trattamento d’elezione.

La stabilità è un’altra caratteristica intrinseca dei sistemi complessi, e negli organismi viventi è assicurata dall’autoregolazione ai fini del mantenimento dell’omeostasi.

Tali caratteristiche possono essere sfruttate nell’approccio clinico e la Medicina di Bioregolazione mira a tale obiettivo, ponendo come fine principale della terapia il supporto al sistema di autoregolazione dell’organismo, per ristabilire un normale stato di omeostasi o, se questo non fosse possibile, uno stato di compensazione ottimale, riducendo il più possibile il ricorso ai farmaci.

In conclusione, la Medicina dei Sistemi considera la malattia come una disregolazione dei networks biologici che cambia durante tutta l’evoluzione del processo patologico e con lo sviluppo di comorbilità.

La robustezza dei networks indica la loro capacità di resistere alle disregolazioni durante la fase di perturbazione, tornando allo stato di stabilità o garantendo la migliore stabilità possibile attraverso meccanismi di compensazione.

Il trattamento dei networks disregolati prima che emerga la manifestazione sintomatologica fenotipica offre al medico la possibilità di trattare e prevenire le patologie in fase preclinica e potenzialmente invertire il processo patologico, arrestarlo o prevenire la comorbilità.

Quando il corpo umano viene visto come un insieme di singoli componenti, la naturale inclinazione della medicina è quella di identificare ed isolare il fattore maggiormente responsabile della patologia in atto.

Proprio come un meccanico ripara un’auto rotta, individuando la parte difettosa, i medici trattano la malattia identificando una causa come fosse il capro espiatorio, ma se questo risulta in parte innegabile, è anche vero che ci sono spesso circostanze in cui la complessa interazione tra le parti che non può essere previsto dall’indagine delle parti prese singolarmente.

Dottore

Ecco perché l’approccio di un medico di Segnale dovrà essere diverso, ponendo al paziente un’attenzione più profonda, che non si può esaurire in un rapida intervista di pochi minuti, ma dedicando al malato il giusto tempo, necessario per potere “leggere” ogni sua singola componente, innanzitutto cercando di aprirci verso di lui con un approccio amorevole, e allo stesso tempo comprensibile, che vesta un linguaggio semplice e chiaro, dovremo essere attenti a come ci parla, a come ci guarda, a come si muove.

E poi dovremo porre molta cura nella raccolta dei dati che ci fornisce, non solo di laboratorio, ma anche emozionali, caratteriali, costituzionali, e poi dovremo toccarlo, palparlo, muoverlo, entrare in contatto con lui.

Solo cambiando questo approccio possiamo spostarci verso una diagnosi completa, solo visitando il paziente accuratamente, raccogliendo quanti più dati possibili, e avvalendoci anche di un mezzo antico ma validissimo che è l’ esame semiotico, potremmo avere una raccolta di dati completa, perché quando sapremo dal paziente se è stato allattato, se è stato accudito, se la sua vita lavorativa lo gratifica, se la sua vita sociale lo soddisfa, come dorme, come è il suo intestino, come è la sua pelle… potremo veramente curarlo.


Dott. Luca Maria Pinoli
Medico Chirurgo – Omotossicologia – Discipline Integrate – Dieto-terapia Bionutrizionale
Specialista in Odontostomatologia

Mobile: +39 331 6713904
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