Glossario Serie tv, Cinema e Radio
Più di 200 termini del mondo dell'intrattenimento finalmente spiegati in modo semplice

Appassionati dell’intrattenimento benvenuti. Qui sotto troverete un “vocabolario” sempre aggiornato per chi, come noi, è attratto irresistibilmente da serie tv, programmi televisivi, cinema, anime/manga e trasmissioni radiofoniche.
Da oggi, grazie a questo glossario, nessun termine ci sarà più sconosciuto. Abbiamo infatti unito in una singola pagina tutti i termini più usati. È presente il glossario della televisione – telefilm – serie tv, il glossario della radio, il glossario anime e manga e il glossario del cinema.
Più di duecento parole dedicate all’universo dell’intrattenimento, assolutamente da conoscere.
Filtro
Brano eseguito con l’ausilio di sole voci. Sono un classico esempio i cori gospel o le versioni di canzoni che non utilizzano alcuno strumento musicale.
Rappresentazioni in scala ridotta, più o meno realistica, di personaggi reali.
L’Actors Studio è una scuola per la formazione al mestiere dell’attore, con sede a New York sulla 44ª strada.
Un dialogo improvvisato (anche inventato) da un attore durante una performance.
Modulazione di ampiezza. Uno dei sistemi più utilizzati oggi per la trasmissione delle frequenze radio. A breve verrà sostituito dal DAB.
Formato di proiezione cinematografica in cui l’immagine originale richiede una lente anamorfica (lente per comprimere un immagine in senso orizzontale) per ricreare le proporzioni originali.
È uno storyboard (una sequenza di disegni che definiscono una scena) realizzato però con le tecniche dell’animazione (spesso 3d) al posto del fumetto.
La tecnologia che utilizza componenti elettronici e/o robotici per dare autonomia di movimento a soggetti (generalmente figure meccaniche). Classico esempio è il pupazzo di E.T. L’extraterrestre.
Film d’animazione generalmente derivati da fumetti giapponesi o orientali.
Società specializzata in cineprese e apparecchiature cinematografiche.
Il rapporto tra larghezza e altezza di un fotogramma o di uno schermo (i nostri televisori hanno generalmente un Aspect Ratio di 16:9)
Prova delle qualità vocali o recitative sostenuta da un artista per essere selezionato per un ruolo.
È un software che permette di correggere l’intonazione o intervenire su errori o imperfezioni della voce.
Si utilizza anche per creare particolari effetti sonori (Auto-Tune è un software proprietario sviluppato dalla Antares Audio Technologies nel 1997)
Un tecnica utilizzata dai DJ che prevede di annunciare il nome dell’artista e/o del brano alla fine della riproduzione.
Formati video sviluppati da Sony. Il primo per il mercato professionale, il secondo per il mercato consumer.
Un prodotto cinematografico di serie B. Normalmente un film a basso costo e di dubbia qualità.
Utilizzato per indicare il silenzio, ma anche quando si utilizza una traccia vocale senza base musicale (audio in bianco).
Letteralmente un’abbuffata video. Nella pratica il guardare di seguito diversi episodi di una stessa serie.
La richiesta da parte del pubblico di una replica della performance (o di una parte di essa).
Una piccola parte, generalmente pochi secondi in scena.
Termine utiizzato per definire un errore compiuto da un attore durante le riprese di un film o un programma televisivo. In italiano viene anche chiamato papera.
Tecnica di ripresa che vede gli attori recitare con alle spalle uno sfondo o telo blu. Il colore viene poi rimosso in post-produzione per essere sostituito con diversi scenari (vedi anche Green Screen).
Prendete Bombay, mixatela con Hollywood e avrete il significato del termine in oggetto. Questo termine indica infatti le produzioni indiane più popolari.
La “cassa” dei cinema. Generalmente viene inteso come gli incassi di un film. In italiano viene utilizzata la parola “botteghino”.
Le risorse economiche previste per la realizzazione di un progetto.
Tecnica digitale di rallentamento del movimento di un oggetto in scena
Una seconda audizione generalmente con produttore e regista per approfondire capacità o caratteristiche di un artista.
Breve apparizione di un personaggio famoso in una scena.
Un’audizione/test per affidare un ruolo a un attore.
No, non è un nuovo episodio di Desperate Housewife. La Casalinga di Voghera è un termine utilizzato per definire uno stereotipo di spettatore: casalinga (o lavoratrice in settori semplici) della provincia con basso livello di scolarità e appartenente alla fascia piccolo-borghese.
Una classifica di brani, principalmente definita per genere o area geografica (american chart, hip-hop chart…)
Una tecnica utilizzata per sovrapporre più immagini (vedi Blue e Green Screen)
La lavagna con un’asta incernierata che si utilizza per dare il via alle riprese.
Il Cinerama è un sistema di ripresa e proiezione che vuole avvicinarsi alla percezione dell’occhio umano. Offre un’immagine di grandi dimensioni (sino a 28 m x 10 m) su uno schermo curvo di 146 gradi di ampiezza e 55 gradi di altezza.
Combinazione di elementi visivi provenienti da fonti separate in singole immagini, spesso per creare l’illusione che tutti questi elementi siano parti della stessa scena.
Tecnica utilizzata durante il montaggio di un film per “unire” due distinte inquadrature speculari.
Si usa spesso nei dialoghi per mostrare alternativamente il primo e il secondo soggetto.
Un termine gergale che si riferisce a “dialogo” oppure “testo” in generale.
Generalmente associato ad una società, definisce la titolarità dei diritto di riproduzione di un’opera (discografica, cinematografica, letteraria…).
Termine dai diversi significati. Rappresenta sia una copertina (di dischi o Dvd) o, in linguaggio musicale, il rifacimento di un brano musicale.
La troupe (ovvero le figure professionali che realizzano un film).
Quando una serie madre si incontra con il suo spin-off (una derivazione) si realizza un cross-over.
Abbreviazione di close-up. Un particolare ripreso da molto vicino.
Un film/serie tv di culto. Non necessariamente un successo al botteghino, ma una pellicola che vanta un largo numero di appassionati.
Il termine cut ha diversi significati a seconda del settore. Nel cinema è il segnale del regista per interrompere una ripresa. Musicalmente significa un blocco di un audio. Il termine Cuts viene anche utilizzato per definire un testo che non viene utilizzato. Vedere anche “Directors cut”.
Genere letterario e cinematografico nato dall’unione di cibernetica e punk. È una sottocategoria della fantascienza dedicata a mondi postindustriali, decadenti, informatizzati e generamente dittatoriali e repressivi. Le origini del termine si devono allo scrittore Bruce Bethke (che scrisse il racconto “Cyberpunk” nel 1983). Autori famosi in questa categoria sono William Gibson e Bruce Sterling.
Il Digital Audio Broadcasting è uno standard di diffusione che permette la trasmissione di programmi radiofonici con qualità simile a quella dei compat disc.
Una serata di un teatro o cinema non dedicata al pubblico.
Digital audio Tape (traccia digitale registrata su nastro)
Abbreviazione di “dimostrazione”, è utilizzato principalmente per riportare un breve spezzone di una traccia audio o video, oppure come “trailer” delle capacità di un artista.
Il regista.
La versione di un film con il montaggio voluto dal regista.
Un carrello con braccio mobile che permette di effettuare riprese molto ampie senza stacchi.
Generalmente materiale non protetto da diritti o che presenta diritti scaduti.
Una serie che unisce gli elementi del dramma e della commedia (drama + comedy).
Il doppiaggio di un contenuto audiovideo.
Letteralmente Uova di Pasqua. È l’inserimento di contenuti extra o giochi nascosti all’interno di videogiochi o dvd.
Sono gli anime e i manga che hanno un contenuto lievemente erotico. Il termine viene dal suono della lettera “H” nella parola hentai. Esempi sono: Saekano, Shimoneta, High School DxD.
Extreme close up (ripresa particolarmente ravvicinata)
Montaggio di un film, di un programma televisivo o radiofonico.
Strumento elettronico che interviene su frequenze specifiche per modificarne l’ampiezza. Un semplice equalizzatore è il controllo di bassi – medi – alti, presente in molti apparecchi di diffusione sonora.
Genere cinematografico che tralascia la ricerca di valori artistici per focalizzarsi su elementi più forti (esibizione esplicita di scene di sesso, violenza, veicolazione di messaggi sensazionali). Questo tipo di film punta al guadagno rapido e più alla pubblicità che al contenuto.
Descrizione utilizzata nelle sceneggiature per descrivere l’esterno.
Un passaggio proporzionale dal minimo al massimo (fade in) o dal massimo al minimo (fade out). Nell’audio si ha quando si passa dal silenzio al suono, in video invece segna il passaggio dal bianco/nero alla scena (o dalla scena al bianco/nero), lavorando su entrambe tracce (audio/video).
Gruppo di persone accomunate dall’amore per una particolare serie-tv, film, anime, etc…
Il termine film/cinema d’essai viene utilizzato in Italia per riferirsi a tutte quelle sale cinematografiche basano la propria programmazione sulla qualità artistica del film.
Termine utilizzato nelle animazioni per descrivere il movimento della bocca.
Il flashback racconta avvenimenti che precedono il punto raggiunto dalla storia, il flashforward quelli che avvengono in futuro.
Una tecnica digitale che permette di simulare la rotazione di un corpo fermo in scena.
Termine ormai entrato nell’uso comune che definisce un fallimento o un scarso successo al botteghino.
Modulazione di frequenza. Uno dei sistemi più utilizzati oggi per la trasmissione delle frequenze radio. A breve verrà sostituito dal DAB.
Tutto il girato di una produzione (molto del quale viene poi tagliato in fase di montaggio o utilizzato in seguito).
Contenuti audiovisivi disponibili in televisione n modo gratuito (senza abbonamenti).
Il termine definisce tutto ciò che accade fuori del campo visivo, ma è presente sul set. La voce fuori campo è invece una voce che non proviene dagli attori in scena, ma avviene in sottofondo (una voce narrante, i pensieri dell’attore…)
La giraffa è un braccio meccanico utilizzata per sostenere il microfono fuori dalla scena.
Un suggeritore, un assistente con un cartello o un apparecchio posto di fronte alla telecamera che riproduce il dialogo che l’attore/presentatore dovrà riprodurre/recitare.
Il ritmo di un brano che aiuta a ricreare l’atmosfera di un brano.
Un attore che offre una performance molto esagerata.
Letteralmente significa “anormale” o “pervertito”. È la categoria di anime che identifica i prodotti ad alto contenuto erotico (pornografici). Di questa categoria fanno parte: Bible Black, Tokyo Private Police, Immoral Sisters…
Un brano di successo oppure i brani più famosi di un artista.
Lo hiatus è un periodo di interruzione di diverse settimane (ma anche mesi o anni) nella programmazione di uno show o serie televisiva. Per tutti gli appassionati rappresenta un periodo di astinenza.
Quando un attore è stato pagato ma non lavora
Tutti i sistemi che permettono la riproduzione di audiovisivi in area domestica.
Letteralmente “amo”. E un termine utilizzato per definire la parte di un brano o di un filmato che rimane impressa nel pubblico.
Un microfono acceso.
È un sistema di proiezione che può mostrare immagini e video con una grandezza e una risoluzione molto superiore rispetto ai sistemi tradizionali.
Descrizione utilizzata nelle sceneggiature per descrivere l’esterno.
Una breve composizione musicale utilizzata principalmente per descrivere l’audio di spot o messaggi commerciali.
Termine ormai in disuso, viene usato per descrivere il foglietto che accompagna le audio cassette (a forma di J appunto).
È un sistema che viene utilizzato nel montaggio per indicare il taglio della parte centrale di un’inquadratura lasciando poi le parti iniziale e finale, senza che tra loro ci sia continuità temporale. Viene anche chiamato taglio in asse.
È una telecamera fissata ad un lato di una leva. Dalla parte opposta è presente un contropeso e l’impugnatura di controllo per l’operatore.
La luce principale che illumina un soggetto. Generalmente è posizionata con un angolo di 45° rispetto all’asse della cinepresa.
Effetti speciali per unire immagini o girati diversi creando l’illusione di un’unica scena.
Termine anime giapponese. Significa “bambini”, e a loro il genere è infatti dedicato. Ritroviamo in esso serie come Doraemon e Hamtaro, ma anche il famosissimo Pokémon.
Le risate di sottofondo presenti delle sitcom americane.
Termine utilizzato per definire la presenza di bande nere (generalmente sopra e sotto il filmato.
Queste si verificano quando c’è una differenza tra il formato del girato e quella dello schermo.
Un permesso legale di utilizzo di materiale coperto da diritti (es: concesso in licenza).
Un film realizzato da attori reali. Viene spesso utilizzato quando, da un film di animazione o da un fumetto, se ne realizza uno con personaggi in carne e ossa.
Il luogo dove vengono girate le riprese.
È una tecnica che consiste nel realizzare una ripresa senza stacchi, generalmente con tempi molto allungati.
La parte vocale (testo) di una canzone.
Sottocategoria del termine anime “shoujo” è dedicata alle serie che hanno per protagoniste ragazze dai poteri magici, come Sailor Moon o Card Captor Sakura.
Termine utilizzato per definire i grandi studi di Hollywood.
Il dietro le quinte che ha portato alla realizzazione di un prodotto audiovisivo.
Spesso queste scene vengono montate e incluse come contenuti aggiuntivi ai film su dvd o blu-ray o in programmi televisivi dedicati al cinema.
È un termine giapponese che descrive le storie a fumetti.
L’area esatta di posizionamento dei piedi di un attore durante una ripresa.
Addetto/a di sala che accompagna gli spettatori al loro posto e fornisce assistenza durante la proiezione.
Una composizione, principalmente musicale, nella quale si uniscono due o più brani.
Una registrazione originale. Questo termine descrive anche la registrazione finale distribuita per la riproduzione.
Letteralmente la “pittura degli sfondi”. Viene realizzata principalmente per ricostruire scenari impossibili o troppo costosi da realizzare.
Forse la categoria di animazione giapponese più conosciuta dal grande pubblico. Viene usato per definire anime e manga dove sono presenti robot, spesso di dimensioni mastodontiche e impiegati in guerre che altrettanto di frequente coinvolgono creature extraterrestri. A fondare il genere hanno contribuito Mazinga Z, UFO Robot Goldrake, Jeeg Robot e Gundam.
Unione di mock (finto) e documentary (documentario). Un film o uno show televisivo di fiction realizzato con la tecnica del documentario. Un esempio di questo tipo di narrazione è The War of The Worlds di Orson Welles (programma radio), DIversi sketch televisivi dei Monty Python o il film “This is Spinal Tap” di Rob Reiner.
Il termine viene utilizzato non solo con l’accezzione di “monitorare” un particolare evento, ma anche come sinonimo dei diffusori (le casse) professionali da studio.
Un “pezzo” recitato da un artista per dimostrare le sue abilità.
L’unione di due diverse immagini che si fondono l’una nell’altra tramite punti chiave.
In gergo cinematografico è un apparecchio che riduce un film su un piccolo schermo. Viene utilizzato in fase di Montaggio. In termini televisivo/sportivi è l’analisi al rallentatore di una particolare scenza (es: un’azione di calcio)
Edificio che ospita diverse sale cinematografiche (e quasi sempre servizi aggiuntivi per lo spettatore).
Una demo di un brano audio non dedicata ad un artista in particolare, ma mantenuta il più “neutrale” possibile, per essere eseguita da qualsiasi interprete.
È un film che ricalca le vicende e gli stessi protagonisti di un film già andato in onda, spostando l’ambientazione in una diversa epoca.
L’unione delle parole Nickel (la moneta da 5 centesimi di dollaro) e Odeon (termine greco che designa gli edifici destinati alle rappresentazioni musicali). Una versione quindi economica e divertente del cinema classico. Ha avuto diffusione negli Stati Uniti nei primi anni del secolo scorso.
Il montaggio tramite computer che permette di unire, spostare, tagliare, riorganizzare sequenze audiovideo.
Faro utilizzato nei teatri per concentrare l’attenzione su un determinato personaggio opure su un’area specifica del palco.
In italiano “in onda”. Si vede spesso su una lampada posizionata al di fuori degli studi. Quando è accesa (normalmente rossa) significa che il programma sta registrando.
Un contenuto (audio o video) registrato e convertito in dati digitali destinato ad essere trasmesso in internet.
Una parte nella quale un attore fornisce la voce per uno spot tv o una presentazione video.
È una tipologia di cinema che rappresenta la realtà in modo diretto e funzionale, senza alcuna mediazione.
Original Soundtrack. La colonna sonora originale di un film o telefilm.
Parti di una ripresa che non verranno utilizzate nel prodotto finale.
L’aggiunta di tracce strumentali o vocali ad una traccia audio esistente.
La velocità di riproduzione di una scena.
È una rappresentazione (cinematografica o musicale) in chiave comica che si avvale spesso di immagini e personaggi caricaturali.
Questa categoria comprende anche i filmati ridoppiati comicamente in seguito.
È una tecnica cinematografica utilizzata principalmente nell’animazione che riprende un fotogramma alla volta.
Tra gli esempi più conosciuti: Wallace e Gromit, Galline in fuga e Nightmare Before Christmas.
È una tecnica spesso confusa con il long take (realizzare una ripresa senza stacchi).
Il piano sequenza invece consiste nella modulazione di una sequenza (un segmento narrativo autonomo) attraverso una sola ripresa, senza soluzione di continuità.
Una canzone che è stata già analizzata e si prevede sarà un successo.
Il primo episodio di una serie televisiva. Spesso viene utilizzato per “vendere” un progetto a un canale televisivo.
La riproduzione o il dowload illegale di materiale coperto da diritti.
Forse uno dei termini con più significati al mondo. Nelle radio viene utilizzato per definire il tono o il suono della voce di un DJ, attore o personaggio.
La sovrapposizione di un sonoro preregistrato ad una rappresentazione live.
Una lista di canzoni raccolta per argomento. Qui quelle di TvPiù.
Termine utilizzato per descrivere la trama, l’argomento o il contenuto di un film o di un racconto.
Una trasmissione o un programma generalmente registrato (ma anche in diretta) veicolato tramite internet e download del file.
Il suo nome deriva dalla periferica iPod di Apple, anche se non fu quest’ultima a inventarlo.
Termine utilizzato per definire il DJ di un podcast.
Una proiezione di test per verificare se una serie tv è valida. Viene effettuata normalmente con gli episodi pilota dei telefilm (i pilot) e fornisce ai network indicazioni preziose sul valore del progetto (se mandarlo in onda, quando e dove).
È un film che presenta eventi di un film ambientati precedentemente al primo. Sono esempi di questa tiologia gli episodi I, II e III della saga di Guerre Stellari.
La raccolta di materiale relativo a un progetto da consegnare alla stampa.
È una tecnica pubblicitaria che coinvolge l’inserimento (o la citazione) di un prodotto all’interno di un film, una serie-tv, un programma radio, etc…
Qualsiasi oggetto che fa parte dell’arredo di una scena.
Generalmente materiale non protetto da diritti o che presenta diritti scaduti.
La citazione di frasi altrui (generalmente di personaggi famosi).
L’estensione vocale di un artista. Dalla nota più bassa alla più alta che è in grado di riprodurre.
Abbreviazione di Radio Data System. Sistema utilizzato dalle radio per aggiungere informazioni (il nome dell’emittente, il titolo della canzone, informazioni sul traffico…) al normale segnale audio.
Il “riavvio” di una serie televisiva già andata in onda. La ripartenza può avvenire da zero oppure da un momento specifico della narrazione.
Come indica la traduzione del termine è il rifacimento di un’opera, principalmente in campo audiovisivo.
È una serie di proiezioni (normalmente nei festival, cineteche, manifestazioni culturali) che riguardano un regista specifico.
Quando, dopo che una serie è giunta al termine, i personaggi principali si ritrovano insieme per girare nuovi episodi o eventi pubblicitari.
La reunion può avvenire anche dopo molti anni dallo stop della serie. In ambito musicale rappresenta un ritrovo dopo lo scioglimento di una band.
Indica la quantità di pixel in un’immagine. Più alto è il numero, maggiore la risoluzione e i dettagli di un’immagine. Le risoluzioni più comunemente utilizzate sono: 480 (640×480) – 720 (1280×720) – 1080 (1920×1080) – 2160/4k (3996 × 2160) – 4320/8k (7680 × 4320) – 8640/16k (15360 × 8640). La presenza di una “i” dopo il numero sta a significare interlacciato (formato in disuso che simulava la risoluzione su linee pari e dispari), se c’è una “p” indica invece il formato progressivo (tutte le linee vengono visualizzate).
I compensi derivanti dalla trasmissione di un brano viseo o audio.
La durata di un film.
Il copione (o sceneggiatura) di un prodotto audiovisivo.
Due diverse forme di trasmissione. La prima viene veicolata su onde sinusoidali (ed molto più soggetta a disturbi), la seconda è invece un insieme di zeri e uno. Non esistendo in quest’ultimo caso piccole modifiche da disturbo (0,1 – 1,2 – etc…) la “pulizia” del segnale è molto più semplice da ottenere.
Un esempio di generazione di segnale analogico è il giradischi, di digitale il compact disc. Nella trasmissione dei segnali, invece, le frequenze AM/FM sono analogiche, il DAB è digitale.
Un incontro durante il quale un artista effettua una registrazione.
Apparecchio elettronico destinato alla riproduzione di contenuti video o multimediali su schermo.
Abbreviazione di effetti audio. Per la stessa categoria vengono utilizzati anche i termini EFX oppure FX.
Il numero di persone collegate ad un evento durante un lasso di tempo. È generalmente espresso in percentuale rispetto al totale del pubblico.
Letteralmente significa “ragazzo”, e racchiude in sé tutte le serie di animazione giapponese destinate ad un giovane pubblico maschile (per un’audience più matura il genere corrispondente è detto “seinen”). Fanno parte di questa categoria serie di azione ed avventura, spesso con un cast prevalentemente di giovani uomini di età compresa tra i tredici e i venticinque anni. Alcuni esempi sono: One Piece, Naruto, Bleach, Attack on Titan…
Genere anime con caratteristiche femminili (il termine, infatti, vuol dire “ragazza”), la cui controparte più “adulta” viene detta “josei”. Gli anime e i manga che fanno parte di questa categoria sono spesso incentrati sullo sviluppo di una o più storie d’amore, e sono frequentemente ambientati in un liceo. Candy Candy, Lady Oscar, o i più recenti Fruits Basket, Kaichou wa Maid Sama o l’esilarante Host Club fanno parte di questa categoria.
Sono i generi anime che comprendono opere in cui sono presenti relazioni sentimentali tra membri dello stesso sesso (tradotti, il termine “shonen-ai” significa “amore tra ragazzi”, mentre lo “shoujo-ai” si occupa di storie romantiche tra ragazze). Nel caso in cui all’interno della serie siano presenti scene sessualmente esplicite, esse vengono chiamate rispettivamente “yaoi” e “yuri”. Fanno parte di queste categorie: Junjō Romantica, 10 Count, Aoi Hana, Love Stage, Candy Boy e Citrus.
Wuesto termine raccoglie le animazioni giapponesi legate al genere sportivo. Tra i primi anime facenti parte della categoria giunti in Italia ricordiamo Slam Dunk per il basket, Holly e Benji per il calcio e Mila e Shiro per la pallavolo. Altri esempi li troviamo in Free!, Haikyuu!! e Yuri!!! on Ice.
Una situation comedy (un mix tra commedia sceneggiato). Spesso in quelle americane sono presenti le risate di sottofondo (le laugh track).
La trasmissione dello stesso contenuto (messaggio, trasmissione, programma) su più canali o network. In Italia si utilizza anche il termine “a reti unificate”.
Science Fiction. Descrive le serie o i film che presentano elementi fantascientifici.
È il testo che fa da base alla realizzazione di un film. Anche quando un soggetto è tratto da un libro questo viene rimaneggiato per adattarsi alle caratteristiche specifiche dei prodotti audiovisivi.
Un fermo immagine o una schermata che rappresenta tutto quello mostrato sullo schermo.
Differenza tra serie con una trama molto “orizzontale” (serializzata), che prevede cioè la visione consecutiva degli episodi (pena la perdita del senso generale) e serie con trame più “verticali” (procedurali), nelle quali ogni episodio apre e chiude una narrazione all’interno di uno schema noto.
A differenza del Prequel, rappresenta tutti gli eventi che si svolgono dopo un film o un episodio già andato in onda.
Termine usato per descrivere un rifacimento cinematografico completamente, o in parte, identico all’originale, ma con interpreti differenti.
Il termine proviene da “relationship” e indica una coppia per la quale un gruppo di fan tifa.
Questi diritti indicano la possibilità di una serie televisiva di andare in onda su altri network.
Camera da ripresa che scorre lungo cavi sospesi.
Un breve trailer (anteprima) del prossimo episodio. Spesso viene utilizzato alla fine di una puntata per creare uno stimolo a proseguire nello spettatore.
Un programma televisivo o radiofonico composto di innumerevoli puntate (spesso con durata anche decennale) che si sviluppa attraverso le vicende sentimentali dei protagonisti. “Beautiful” è un classico esempio di soap. Il celebre “Sentieri” (Guiding Light) si sviluppò addirittura attraverso 15.000 puntate (record presente nel Guiness dei Primati con una durata di ben 57 anni, dal 1952 al 2009)
Quando una serie deriva da un’altra già andata in onda siamo in presenza di uno spin-off.
In inglese significa “rovinare” ed è la pratica di chi racconta parti o il finale di un episodio a chi ancora non l’ha visto.
Termine dai diversi significati. Principalmente un contenuto commerciale (audio/video) desinato alla televisione o alla radio. Spot rappresenta anche un faro di illuminazione con un angolo ridotto.
La “tavola della storia”. È una sequenza disegnata che descrive una storia che andrà poi ripresa. Praticamente un fumetto che permette di analizzare e preparare meglio il girato.
Trasmissione di segnali audio e video in internet tramite server. La visione (o l’ascolto) è possibile anche senza aver scaricato l’intero contenuto.
In italiano “controfigura”. Sostituisce l’attore principale generalmente nelle scene più pericolose.
Generalmente la parte finale di uno spot pubblicitario dove compare lo slogan del produttore (testo visualizzato o riprodotto vocalmente).
In ambito cinematografico è la frase o lo sloga che accompagna un film.
Simile al Trailer, è una breve sequenza che descrive un audiovisivo. In questo caso però i dettagli, o addirittura nulla del filmato viene svelato.
Simile alla Soap Opera, ma con radici sudamericane. Tratta le le vicende sentimentali dei protagonisti con un respiro molto ampio (anche più di 100 episodi per serie). La telenovela ha generalmente meno episodi della Soap Opera. Anche la Disney si è cimentata in questo genere con le serie Soy Luna e Violetta.
Un apparecchio posto di fronte alla telecamera che riproduce il dialogo che l’attore dovrà recitare (in italiano si usa genericamente il termine “gobbo”).
È un breve filmato che anticipa l’uscita del film e invoglia lo spettatore alla visione.
Un ruolo che una Star recita in un film o serie tv, ma che non appare nei crediti o nelle locandine pubblicitarie.
Un film a basso budget, non commerciale, di solito realizzato in modo indipendente e senza le tradizionali fonti di finanziamento/distribuzione
Attori in grado di interpretare i ruoli principali nel caso in cui gli attori del cast originario non possano farlo.
Un attore (che spesso interpreta già un piccolo ruolo) e che impara la parte di un altro attore per subentrargli in caso di malattia.
Tensione sessuale irrisolta. Questo stratagemma è utilizzato in migliaia (se non milioni) di sceneggiature (principalmente nelle serie tv). Si è in presenza di un URST quando una coppia, di norma i protagonisti, flirtano per diversi episodi senza mai venire al dunque.
È una tecnica, un tempo fotografica, oggi digitale, che altera i colori spostandone la tonalità. Un classico caso sono le immagini virate ai toni seppia per dare un senso di antico.
Un contenuto che si propaga sempre di più senza bisogno di pubblicità.
La voce fuoricampo. Tecnica utilizzata per inserire voci non presenti in scena. I documentari ne fanno largo uso.
Questa tecnica prevede un processo di acquisizione di immagini in movimento nel mondo reale, di persone e oggetti che possono essere successivamente viste da qualsiasi angolazione e in qualsiasi momento del tempo. È come se tutti i punti di vista di una scena fossero ripresi insieme da infinite telecamere, permettendo poi in un secondo tempo di organizzare la costruzione della ripresa sfruttando qualsiasi angolatura e taglio.
Il suono di molte voci registrate insieme (in un party o in un ristorante). Spesso veniva fatto ripetere proprio questo termine per permettere la registrazione di questo effetto.
Una traccia audio (un suono o una parte vocale) con applicato un effetto di riverbero.
Formato a grande estensione orizzontale. Ne è un esempio il formato 16:9 dei nostri televisori.
Un tessuto o uno schermo che viene apposto tra speaker/cantante/DJ… e microfono per evitare suoni indesiderati (viene chiamato anche windsock o popfilter)
Un effetto in computergrafica che simula le immagini prodotte dalle radiografie.
È una classificazione che raccoglie i film con linguaggio scabroso e/o contenenti scene di sesso esplicito. Spesso identifica l’area pornografia.
Genere di anime in cui sono presenti relazioni omosessuali maschili.
Termine slang (lo sbadigliatore) dedicato alla produzione audiovisiva particolarmente noiosa.
Genere di anime in cui sono presenti relazioni omosessuali femminili.
Una categoria di film ancora più scarsa dei B-Movie. Spesso utilizzato per definire produzioni amatoriali
Un formato di lente a lunghezza focale variabile per avvicinare i soggetti. Quando l’escursione è molto ampia le lenti vengono definite Superzoom o Hyperzoom)