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La cultura giapponese in televisione: l’incredibile mondo degli anime

Da oggi parole come shonen, shoujo, spokon e hentai non avranno più segreti.

Dopo aver brevemente approfondito la Hallyu (l’invasione coreana nel mercato occidentale), è il caso di dedicarci ad un’altra grande nazione orientale che si è fatta strada nei cuori dei non-asiatici.
Ci stiamo riferendo, ovviamente, al Giappone, e trattando di esso è il caso di menzionare una delle sue più celebri forme d’intrattenimento moderno, ovvero la sfera della fumettistica e, soprattutto, dell’animazione nipponica.

Parliamo quindi di anime. Il termine è un’abbreviazione del termine della parola inglese “animation”, e in giapponese viene utilizzato per definire tutte le serie d’animazione, indipendentemente dalla loro provenienza. Questo genere di cartone animato si fa strada nelle televisioni italiane a partire dalla prima metà degli anni Settanta, quando alcune società italiane di distribuzione (ricordiamo, fra le tante, la Doro TV merchandising, la ITB e la RAI) decidono di portare sulle tv della nostra nazione serie giapponesi, all’epoca disponibili a prezzi molto favorevoli, dato il basso valore dello yen all’epoca e lo scarso costo della manodopera del Sol Levante.

Jap Anime

Ecco dunque approdare sui principali canali alcune serie giapponesi che segneranno in maniera indelebile l’infanzia di quasi tutti i bambini italiani. Ricordiamo, tra le tante, gli innumerevoli anime con una sigla cantata da Cristina D’Avena, tra i quali Occhi di Gatto, Pollon, L’incantevole Creamy e Kiss me Licia (anime ben poco popolare in Giappone, ma diventato famosissimo in Italia, tanto da essere trasformato in una serie tv con Cristina D’Avena stessa nei panni della protagonista), ma anche opere giapponesi adattate da fumetti o romanzi occidentali come i Barbapapà (diretto da Atsushi Takagi) e Heidi (di Isao Takahata).

Nel campo dei film d’animazione è invece impossibile non menzionare il più che noto Studio Ghibli e la mente geniale dietro di esso, ovvero l’ormai anziano Hayao Miyazaki. Il regista, considerato da molti tra i più grandi esperti di animazione, vanta cinquant’anni di carriera, durante i quali ha prodotto opere di immenso rilievo come La Città Incantata, che ha vinto un Orso d’Oro e un Oscar, ma anche Principessa Mononoke, Il Castello Errante di Howl e Ponyo sulla Scogliera, tutti e quattro film che sono ad oggi inclusi nella classifica dei 10 film giapponesi con più alti incassi della storia.

A questo punto potremmo chiederci: come ha fatto una tale nicchia a diventare così popolare?
La risposta, probabilmente, sta non solo nella splendida grafica, nella coinvolgente colonna sonora, o nella fascia d’età dei protagonisti, spesso più vicini ad un pubblico di giovani, ma anche nell’incredibile varietà di generi che il mondo degli anime e manga fornisce ad un possibile pubblico, rendendo quasi impossibile il non trovare almeno una serie capace di soddisfare i propri gusti personali.

Qui sotto elencheremo alcune delle principali macrocategorie:

Shonen

shonen: letteralmente significa “ragazzo”, e racchiude in sé tutte le serie destinate ad un giovane pubblico maschile (per un’audience più matura il genere corrispondente è infatti detto “seinen”). Fanno parte di esso serie di azione ed avventura, spesso con un cast prevalentemente di giovani uomini di età compresa tra i tredici e i venticinque anni. Tra le serie che hanno fatto particolarmente brillare il genere ricordiamo gli ormai iconici One Piece, Naruto e Bleach, ma anche qualcuna delle più recenti, come Attack on Titan e il sempre più popolare Boku No Hero Academia, che tratta di una scuola per aspiranti supereroi.

Shoujo

shoujo: il genere più al femminile (il termine, infatti, vuol dire “ragazza”), la cui controparte più “adulta” viene detta “josei”. Gli anime e i manga che fanno parte di questa categoria sono spesso incentrati sullo sviluppo di una o più storie d’amore, e sono frequentemente ambientati in un liceo. Tra i capostipiti del genere che sono stati trasmessi in Italia facciamo riferimento a Candy Candy, Rossana e Lady Oscar, senza dimenticare serie successive come Fruits Basket, Kaichou wa Maid Sama o l’esilarante Host Club. Fa parte del genere una sottocategoria chiamata “mahou shoujo”, dedicata alle serie che hanno per protagoniste ragazze dai poteri magici, come succede in Sailor Moon o Cardcaptor Sakura.

Mecha

mecha: viene usato per definire anime e manga dove sono presenti robot, spesso di dimensioni mastodontiche e impiegati in guerre che altrettanto di frequente coinvolgono creature extraterrestri. A fondare il genere hanno contribuito, di certo, capolavori come Mazinga Z e UFO Robot Goldrake, entrambi di Go Nagai, ma anche Jeeg Robot d’Acciaio e l’iconico Gundam, il cui creatore, Yoshiyuki Tomino, ha ricevuto dallo stato giapponese un premio per il suo significativo contributo alla cultura della nazione.

Spokon

spokon: sono le opere di genere sportivo, che inizialmente attiravano un pubblico perlopiù maschile e che, con l’avvento di serie come Free!, Haikyuu!! e il delicato e rivoluzionario Yuri!!! on Ice hanno avvicinato il genere anche ad un’audience femminile, grazie ad un ingentilimento della grafica e a leggere modifiche nella narrazione. Tra i primi anime facenti parte della categoria che sono giunti in Italia ricordiamo Slam Dunk per il basket, Holly e Benji per il calcio e Mila e Shiro per la pallavolo.

Kodomo

kodomo: significa “bambini”, e a loro il genere è infatti dedicato. Ritroviamo in esso serie come Doraemon e Hamtaro, ma anche il celeberrimo Pokémon, la serie con più merchandise venduto ogni anno a livello internazionale.

Shonen Shoujo-ai

shonen/shoujo-ai: sono i generi che comprendono opere in cui sono presenti relazioni sentimentali tra membri dello stesso sesso (tradotti, il termine “shonen-ai” significa “amore tra ragazzi”, mentre lo “shoujo ai” si occupa di storie romantiche tra ragazze). Nel caso in cui all’interno della serie siano presenti scene sessualmente esplicite, esse vengono chiamate rispettivamente “yaoi” e “yuri”. Il genere fa riferimento ad anime e manga spesso scritti da e per donne; per un tipo di narrativa orientato agli uomini, ci si riferisce al genere “bara”. Fanno parte di queste categorie: Junjō Romantica, 10 CountAoi Hana, Love Stage, Candy Boy e Citrus.

Ecchi Hentai

ecchi/hentai: sono gli anime e i manga che hanno un contenuto lievemente erotico (gli ecchi) o più direttamente pornografici (gli hentai). Fanno spesso parte della categoria i cosiddetti “harem” e i “reverse harem”, che trattano rispettivamente di un uomo circondato da donne, o di una donna circondata da uomini. Alcuni esempi: High School DxD, Prison School, High School of the Dead, Bible Black e Another Lady Innocent.

L’argomento è veramente vasto e potremmo andare avanti per giorni a sviscerarlo. Per questa prima parte è tutto.

Ci riaggiorniamo alla prossima, nel frattempo, per non farvi sentire troppo la nostra mancanza, vi alleghiamo qualche sigla famosa degli anime elencati sopra:

One Piece – Tutte e tre le sigle

Holly e Benji – Tutto il primo episodio

Ufo Robot Goldrake – La sigla in italiano

Jeeg Robot d’acciaio – La sigla in italiano

Yuri!!! on Ice – Opening “History Maker”

Una compilation di 40 sigle di anime
Da Assassination classroom a Gintama, da Dragon Ball Super a Dodoro, da Fairy Tail a Fullmetal Alchemist…

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